La Guerra d'Abissinia; Un Conflitto che Scrisse il Nome di Tafari Makonnen nella Storia

La Guerra d'Abissinia; Un Conflitto che Scrisse il Nome di Tafari Makonnen nella Storia

La storia dell’Africa è costellata di eventi epocali, battaglie leggendarie e personaggi memorabili. Spesso, però, la luce della storia si concentra su poche nazioni, trascurando le storie ricche e complesse di altre regioni. L’Etiopia, antica terra di imperatori e regni millenari, è un esempio lampante.

Tra le figure che hanno segnato profondamente il destino dell’Etiopia, spicca Tafari Makonnen, meglio noto come Hailé Selassié I, ultimo Imperatore d’Etiopia. La sua ascesa al trono, accompagnata da una serie di eventi politici tumultuosi, culminò nel 1935 con la Guerra d’Abissinia contro l’Italia fascista. Un conflitto che mise a dura prova l’integrità e la sovranità dell’Etiopia, diventando un simbolo della resistenza africana al colonialismo europeo.

Tafari Makonnen nacque il 23 luglio 1892 in una famiglia nobile di origine reale. Il suo percorso verso il trono fu segnato da intrighi di corte, conflitti dinastici e un’attenta osservazione del mondo esterno.

Già a giovane età, Tafari dimostrò un talento innato per la diplomazia e la politica. Nel 1916 divenne Reggente durante l’assenza dell’Imperatore Menelik II. Durante questo periodo, intraprese una serie di riforme modernizzatrici, comprendenti la creazione di un sistema scolastico pubblico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’avvio di una campagna contro la schiavitù.

Nel 1930, Tafari fu incoronato Imperatore con il nome di Hailé Selassié I, che significa “Potenza della Trinità”. Il suo regno si aprì sotto il segno dell’unificazione nazionale e del progresso sociale. Tuttavia, l’ambizione italiana di espandere il proprio dominio sull’Africa orientale minacciò profondamente la stabilità dell’Etiopia.

L’Italia Fascista e l’Invasione dell’Etiopia

Benito Mussolini, desideroso di costruire un impero coloniale italiano in Africa, puntava sulla conquista dell’Etiopia. Considerata una “terra fertile” per l’espansione fascista, l’Etiopia rappresentò un obiettivo strategico per il regime. Mussolini utilizzò la pretesa di aver subito un’aggressione da parte delle forze etiopi nella provincia somala come pretesto per lanciare un attacco a sorpresa contro il paese africano.

Nel novembre del 1935, l’esercito italiano invase l’Etiopia, dando inizio a una guerra brutale e disumana. Le truppe italiane, ben equipaggiate e superiori numericamente, avanzarono rapidamente attraverso il territorio etiopico.

La Resistenza Etiopica: Un Simbolo di Libertà

Nonostante la disparità di forze, l’esercito etiopico e la popolazione civile offrirono una strenua resistenza all’invasore. Hailé Selassié I, con un messaggio radiofonico trasmesso dall’esilio in Ginevra, esortò i suoi connazionali a combattere per la libertà del loro paese.

La resistenza etiopica fu caratterizzata da guerriglia e tattiche di hit-and-run contro l’esercito italiano. Le forze etiopi riuscirono a infliggere pesanti perdite agli italiani in alcune battaglie, come quella di Tembien, dimostrando un coraggio eccezionale e una profonda determinazione.

Tuttavia, nonostante la valorosa resistenza, le forze etiopiche furono progressivamente sopraffatte dalla potenza militare italiana. Nel maggio del 1936, Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, cadde in mano italiana. Hailé Selassié I fu costretto all’esilio, prima in Francia e poi nel Regno Unito, dove continuò a chiedere l’intervento della comunità internazionale per porre fine all’occupazione italiana.

L’Eredità di Hailé Selassié I e la Guerra d’Abissinia

La Guerra d’Abissinia fu un evento cruciale nella storia dell’Africa e ebbe profonde ripercussioni sulla geopolitica del continente.

Conseguenze della Guerra d’Abissinia
Condanna internazionale: L’invasione italiana fu condannata dalla Società delle Nazioni, segnando un precedente importante nella difesa dell’integrità territoriale degli stati membri.
Rinascita del nazionalismo africano: La resistenza etiopica ispirò movimenti di liberazione in altre colonie africane, contribuendo a diffondere il sentimento di unità e indipendenza.
Sviluppo delle forze armate etiopi: L’esperienza della guerra spinse l’Etiopia a modernizzare le sue forze armate per prepararsi ad eventuali future minacce.

La Guerra d’Abissinia è ricordata come una tragedia, ma anche come un simbolo di resistenza contro la tirannia e il colonialismo. Hailé Selassié I, pur esiliato durante l’occupazione italiana, divenne un leader carismatico per i movimenti anticoloniali in tutto il mondo.

Nel 1941, con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale e l’intervento delle forze britanniche, l’Etiopia fu liberata dall’occupazione italiana. Hailé Selassié I fece ritorno al suo paese, dove riprese il suo regno fino alla sua deposizione nel 1974 durante un colpo di stato comunista.

La figura di Hailé Selassié I rimane controversa, ma è indubbiamente uno dei personaggi più importanti della storia etiopica e africana. La Guerra d’Abissinia rappresenta un momento fondamentale nella lotta per la libertà dell’Africa, mostrando la tenacia del popolo etiopico nell’affrontare la brutale aggressione italiana.